Quand'ero piccola ogni scusa era buona per non fare una passeggiata in montagna, anche la più semplice: trascorrere una giornata "alla Heidi" con la mia famiglia era un trauma.
Con l'oratorio non è che sia diventata proprio una montagnina, ma diciamo che l'ottima compagnia degli amici mi ha fatto ben sopportare tutte le gite fatte e il panorama, non lo nascondo, ha sempre ben ricompensato la fatica provata per arrivare a vette, croci, rifugi, laghetti, fortini e qualsiasi altro obiettivo si trovasse alla fine del nostro camminare.
Negli ultimi anni il mio andare in montagna si è limitato a giornate passate in famiglia a Macugnaga, in Val Formazza o sui monti svizzeri e seppur spesso capiti di finire negli stessi luoghi, non c'è come esser lontano dalla vita di città e ritrovarsi dispersi nella natura per stare bene, rubando quell'energia che solo l'aria pura e fresca della montagna sa dare.
Ieri, per l'appunto, Guffanti's Family ha sfidato le previsioni meteo andando a Macugnaga e nonostante una piccola e breve prova di penitenza composta da acqua e vento, il sole ci ha lasciato godere le splendide scenografie che la montagna ha costruito in secoli e secoli di paziente e duro lavoro.
Io e papà una volta percorsa la strada che porta al Rifugio Zamboni non ci siamo accontentati e ci siamo letteralmente arrampicati come stambecchi per raggiungere il vicino Lago delle Locce: arrampicati perché non è così semplice la gestione dei percorsi sulle rocce e una persona i piedi li mette dove riesce e può.
Impossibile descrivere l'atmosfera di totale libertà che abbiamo respirato una volta che ci siamo trovati di fronte tutto questo...
Foto di Mariachiara Guffanti
Eravamo noi e le montagne...più due simpatiche marmotte incuriosite dalla nostra presenza!
Difficile descrivere ciò che Dio ha creato con così tanta perfezione.
Impossibile non provare stupore di fronte all'imponenza e alle bellezze della natura.
Impressionante come così tanto silenzio sia capace di riempire il cuore.
È vero che le montagne sono sempre le stesse, ma la metafora che nasconde lo scalarle è in continua trasformazione e non c'è emozione più grande che viverle e farlo fin dal profondo dell'anima.
La grande bellezza mi cattura,
ma quella bellezza che è ancora più grande mi libera.
-Kahlil Gibran-
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